18 giugno 2018

La versatilità traina la crescita dell’adozione degli Etf tra gli istituzionali europei

Secondo un recente studio realizzato da Greenwich Associates tra 125 istituzioni europee, i nuovi utilizzatori di Etf obbligazionari rappresentano un significativo driver di crescita per l’industria degli Etf, spinta anche dalla forte domanda di strategie ESG

Affrontando una serie di condizioni di mercato globali in rapida evoluzione, gli investitori istituzionali europei stanno utilizzando la versatilità degli Etf per adeguare i loro portafogli, integrando sempre più gli Etf nei processi e nelle strategie d’investimento sia tattiche che strategiche.
Le 125 istituzioni che hanno partecipato al recente studio europeo sull’uso degli Etf realizzato da Greenwich Associates stanno affrontando una serie di sfide, tra cui il ritorno della volatilità sui mercati globali dei capitali, l'imminente passaggio a un contesto di tassi in aumento, unitamente alla prossima conclusione del piano di acquisto di titoli obbligazionari da parte della Banca Centrale Europea e all’attuale implementazione di MiFID II e di altri nuovi regolamenti.
Dato che gli investitori istituzionali sviluppano e adottano strategie per affrontare queste sfide, si registra una crescente adozione degli Etf, inclusi all’interno di un’ampia gamma di strumenti che supportano i loro processi d’investimento e di gestione del portafoglio.
Nel corso dell’ultimo anno, le allocazioni medie degli Etf tra gli istituzionali che hanno partecipato allo studio sono aumentate dal 7,7% nel 2016 al 10,3% degli asset totali nel 2017.

"Dopo diversi anni di regolare utilizzo, gli istituzionali europei hanno realizzato quanto gli Etf siano strumenti semplici, versatili e convenienti, e ne hanno incrementato progressivamente i relativi investimenti”, afferma Andrew McCollum, Managing Director di Greenwich Associates.

Fergus Slinger, co Head iShares EMEA presso BlackRock, ha aggiunto: "Gli ETF rappresentano il risultato naturale dell'evoluzione del mercato finanziario europeo, dove gli investitori desiderano sempre più trasparenza, possibilità di scelta e valore. In particolare, MiFID II, che impone obblighi di rendicontazione delle negoziazioni, sta contribuendo a svelare la profondità della liquidità degli Etf europei, consentendo agli investitori di adottarli con nuove e più innovative modalità nella creazione di portafogli più intelligenti".

Emanuele Bellingeri, responsabile iShares per l’Italia, ha commentato: “Si consolida l’adozione degli Etf e la consapevolezza della duttilità e dei benefici dei prodotti indicizzati in ottica di portfolio allocation. Inoltre, ogni anno si identificano nuovi trend e driver, dall’introduzione di MiFID II all’interesse per il reddito fisso, a soluzioni Smart beta ed ESG, che rendono questi strumenti sempre più innovativi e in grado di rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione. Considerate alcune peculiarità del contesto italiano, gli istituzionali continuano a rappresentare i maggiori utilizzatori di Etf, anche se registriamo un crescente orientamento nei segmenti del wealth management e consulenti indipendenti alla luce della ricerca di soluzioni trasparenti e allineate alle necessità dei clienti e dei loro profili di rischio/rendimento”.

Gran parte della crescita dell'ultimo anno può essere attribuita all'ingresso di nuovi utilizzatori istituzionali sul mercato dell'Etf, in particolare nel reddito fisso. La quota di partecipanti allo studio che investe in Etf a reddito fisso è aumentata dal 38% nel 2016 al 45% nel 2017.
Gli istituzionali stanno adottando gli Etf anche in altre asset class. Nel 2017, circa un quarto degli istituzionali europei ha utilizzato gli Etf nei fondi immobiliari quotati (REIT), mentre solo 1 su 5 nel 2016. Nello stesso periodo, l'aumento nelle materie prime è stato ancora più pronunciato, con l'utilizzo da parte di un terzo delle istituzioni europee, rispetto al solo 20%.

Ulteriori fattori di crescita
Gli investimenti in Etf che replicano indici non ponderati in base alla capitalizzazione di mercato, o che adottano strategie Smart beta, sono in costante crescita nei portafogli istituzionali. La quota di partecipanti allo studio che investono in questi fondi è aumentata di 10 punti percentuali in soli due anni, raggiungendo il 31%. Data la progressiva popolarità dell'investimento fattoriale su scala globale, la domanda di Etf Smart beta dovrebbe continuare a crescere sia nei portafogli retail sia in quelli istituzionali.
Gli investitori europei hanno maggiori probabilità di esprimere nei portafogli preferenze in tema sostenibilità e di rispetto dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG), rispetto alle controparti globali. Circa la metà dei partecipanti allo studio europeo ha riallocato gli investimenti verso strategie ESG, rispetto al 31% del campione globale, e quasi un terzo (27%) degli istituzionali europei esprime queste preferenze utilizzando prodotti indicizzati come gli Etf.

I fondi d’investimento multiasset sono risultati come una delle fonti più significative e in rapida crescita della domanda di Etf nel canale istituzionale. Grazie alla maggiore propensione degli investitori per queste strategie, la quota di asset manager europei che comprano Etf da utilizzare in fondi multiasset è aumentata dal 63% del 2016 a circa l'80% nel 2017. Anche in questo contesto favorevole, si intravede uno spazio di crescita, considerato che i gestori europei di fondi multiasset destinano agli Etf una quota inferiore degli asset in portafoglio rispetto alle loro controparti negli Stati Uniti.

Maggior crescita in futuro
Alla luce di questi significativi trend, gli Etf dovrebbero continuare su una traiettoria improntata alla crescita anche il prossimo anno. Circa il 40% dei partecipanti allo studio, che attualmente investono in Etf azionari, prevede di aumentare nei prossimi 12 mesi le allocazioni di Etf in tale asset class, così come un quarto degli attuali investitori di Etf a reddito fisso. Più in generale, Greenwich Associates prevede che gli investimenti complessivi in Etf da parte di istituzionali su scala globale registreranno flussi in ingresso pari a 300 miliardi di dollari ogni anno fino al 2020.