07 luglio 2020

5G, cloud, dati e… recessione: ecco perché la cybersecurity sarà un settore sempre più strategico

Giancarlo Sandrin, Country Head Italy di Legal & General Investment Management (LGIM), illustra le opportunità del comparto della sicurezza informatica, nel medio e lungo periodo

La pandemia di Covid 19, insieme con il distanziamento sociale e il lavoro da remoto che ha comportato, ha drasticamente accelerato il passaggio delle nostre vite personali e professionali verso l’online.
Al tempo stesso, la repentina e profonda recessione economica scaturita ha portato all’estremo il fenomeno sempre presente del cybercrime, come testimonia la correlazione tra declino economico e aumento delle frodi evidenziata in un rapporto del Centre for Counter Fraud Studies dell’Università di Portsmouth (aprile 2020).
Il Centro Nazionale per la cybersecurity nel Regno Unito ha già emanato delle avvertenze su come i cyber criminali stiano cercando di sfruttare la pandemia a loro vantaggio (marzo 2020).
I governi e le società sembrano essersi avvedute del pericolo, infatti il budget 2020 dell’amministrazione statunitense ha inserito al suo interno una voce di spesa pari a 17,4 miliardi di dollari (un aumento del 5% rispetto al 2019) per finanziare iniziative ritenute cruciali e la ricerca nel settore della cybersecurity.

Un recente studio effettuato dalla Bank of America, che coinvolge 175 imprese la cui spesa in innovazione tecnologica supera i 5 miliardi di dollari annui, ha mostrato che i loro piani d’investimento in sicurezza informatica hanno raggiunto un record assoluto.
Inoltre, strumenti per tutelare la sicurezza della forza lavoro impiegata da remoto hanno registrato incrementi di crescita a doppia cifra nei loro piani; si parla in particolare di firewall, elementi di endpoint security, secure web gateway ecc..

Noi riteniamo che questo sia più di un trend di breve periodo, determinato da circostanze particolari. Non a caso, Cybersecurity Ventures, società specializzata nella ricerca sul settore, ha stimato che la spesa totale nell’ambito della sicurezza informatica crescerà a un tasso compreso tra il 12% e il 15% su base annua e supererà il valore di 1.000 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

Nel medio periodo, i fattori determinanti per la crescita del settore includono:
- forniture di servizi in cloud, già parte del business di molte imprese nell’ambito della cybersecurity, che in genere beneficiano di incrementi di efficienza, dovuti al fatto che le aziende cercano di ridurre i costi e di esternalizzare a seguito di una recessione economica;
- l'implementazione del 5G che collega più dispositivi che mai, creando un'infrastruttura economica e sociale più ampia e che deve essere protetta.
Mentre nel lungo periodo si aggiungeranno altri elementi, quali:
- la necessità di proteggere una maggiore porzione della nostra vita privata e lavorativa che si sarà spostata online;
- le aziende e le organizzazioni che devono far fronte a sempre più requisiti normativi per proteggere i dati dei propri clienti.

Per farla semplice, i pericoli del cyberspazio non scompariranno, anzi sono destinati ad aumentare negli anni a venire. Un recente studio condotto dal Nasdaq, “Cybersecurity: Industry Report & Investment Case” (maggio 20202), ha evidenziato che in tutti i mesi del 2019 il numero dei maggiori attacchi informatici di cui si è avuto notizia è stato superiore al corrispettivo del 2018, ed è importante sottolineare che questi attacchi colpiscono obiettivi più diversi tra loro e con modalità sempre differenti.
Per esempio, questo report ha evidenziato che nel febbraio 2020, i malware rappresentavano solo il 40% dei casi, mentre il 21% riguardava tentativi di prendere il controllo dei dispositivi (account hijacking), attraverso moltissime tipologie di minacce.

Questi trend hanno spinto le maggiori imprese ad aumentare i loro investimenti strategici in sicurezza informatica: il Nasdaq riporta che sono stati spesi oltre 37 miliardi di dollari, dal 2010 a oggi, in servizi di cybersecurity.
Tuttavia, dobbiamo segnalare che non tutte le strategie per il settore della sicurezza informatica offrono agli investitori l’esposizione che cercano. Riteniamo pertanto che gli investitori dovrebbero aspettarsi di più dai loro fondi d’investimento in sicurezza informatica: dovrebbero aspettarsi che, attraverso un procedimento di ricerca attiva, vengano identificate le società all'avanguardia in questo tema; e dovrebbero aspettarsi un'esposizione diversificata e dinamica che copra l'intero spettro della cybersecurity e si adatti a seconda dell’evoluzione di quest’ultimo.

L’Etf di LGIM sul settore della cybersecurity
L&G Cyber Security Ucits Etf (Isin: IE00BYPLS672, Bbg code: ISPY IM) è stato il primo Etf nel suo genere a essere lanciato nel 2015. Replica fisicamente l’Ise Cyber Security Ucits Index Net Total Return (Bbg code: HURNTR), che include solo società operanti nel settore della sicurezza per Internet.
L’Etf comprende al momento 51 aziende con un sale annual growth rate medio del 10/15%. La composizione è rivista e corretta su base trimestrale, visti i rapidi cambiamenti di mercato.
L’Etf ha sovraperformato l’indice Msci World del 20% (al 30 giugno 2020, dati in dollari americani), da inizio anno.
(Articolo a cura di Giancarlo Sandrin, Country Head Italy di Legal & General Investment Management)