01 luglio 2021

Come si evolverà la ripresa dei mercati emergenti?

Nonostante i colpi più recenti inferti da nuove varianti, nel complesso i mercati emergenti si sono mantenuti resilienti: Manraj Sekhon, Chief investment officer Emerging Markets Equity di Franklin Templeton, illustra i motivi del suo ottimismo

Le azioni dei mercati emergenti sono salite costantemente dall’inizio dell’anno fino a ora, anche se con un ritmo più moderato rispetto al momentum del 2020. In generale, i mercati emergenti hanno dimostrato una resilienza sostenuta nel gestire e adeguarsi al Covid 19. Va tuttavia notata una divergenza crescente tra le sfide percepite riguardo a questi mercati e la forza strutturale che essi hanno dimostrato. Mentre diventa più chiaro quale potrebbe essere il quadro per il resto del 2021, sottolineiamo tre aree fondamentali che meritano attenzione: domanda, sentiment e inflazione.

Domanda ancora robusta
Il messaggio che è stato espresso nei nostri incontri con società in un’ampia fascia di settori nei mercati emergenti è stato sempre coerente: la domanda si mantiene robusta e i propulsori della crescita a lungo termine sono chiari. È quello che abbiamo riscontrato anche nei Paesi nei quali le notizie relative al Covid 19 negli ultimi mesi erano state particolarmente negative, ad esempio India e Brasile.

In India, il bilancio delle vittime provocate dalla seconda ondata del Covid 19è stato pesante, con impatti negativi anche sull’economia nazionale. Nonostante il tragico numero di vittime nella popolazione, il mercato finanziario del Paese ha resistito bene alla crisi e nell’anno passato è salito più del 60% (fonte: Franklin Templeton, calcolato sull’Msci India Index, in dollari statunitensi, in un periodo di un anno, al 15 giugno 2021), riflettendo il dinamismo sottostante dell’economia e delle società nazionali. Le società hanno realizzato risultati resilienti e i bilanci delle banche, in questo periodo, sono stati sempre notevolmente robusti. Molte attività prevedono un forte rilancio della domanda dopo l’ultima ondata della pandemia.

Prima della pandemia, il governo indiano aveva già avviato forti riforme strutturali, tra cui particolarmente importanti erano l’introduzione di un’imposta sui beni e i servizi e una pulizia del settore bancario. Questi cambiamenti, uniti a politiche della Banca Centrale favorevoli alla crescita, ci hanno offerto un quadro più chiaro di una sana crescita degli utili nei prossimi anni. La vivacità del mercato finanziario, a sua volta, ha incoraggiato le società a raccogliere capitale e ridurre la leva finanziaria. Ci attendiamo l’ingresso in Borsa di società Internet domestiche di ottima qualità in aree quali, ad esempio, l’ecommerce e i pagamenti, con un eventuale irrobustimento della presenza limitata del settore nel mercato finanziario, oltre che ampliando le opportunità per investitori in cerca di esposizioni a trend innovatori.

Le azioni e la valuta brasiliane hanno goduto di un rally tardivo, con il quale il mercato finanziario l’anno passato ha guadagnato più del 40% (fonte: Franklin Templeton, calcolato sull’Msci Brazil Index, in dollari statunitensi, in un periodo di un anno, al 15 giugno 2021). L’aumento dei prezzi delle materie prime e il miglioramento del momentum economico hanno aiutato a dissipare le preoccupazioni per la disciplina fiscale del Paese, l’impegno nell’attuazione di riforme economiche e il contesto politico. L’incertezza politica si è aggravata con lo svanire del sostegno al presidente Jair Bolsonaro, mentre si allargava l’insoddisfazione per la gestione della pandemia da parte del governo. Ciò ha preparato la strada affinché l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva potesse emergere in preparazione alle elezioni presidenziali dell’anno prossimo.

Sul fronte economico, tuttavia, le finanze pubbliche del Brasile sono progressivamente migliorate, mentre le riforme restano ai primi posti nell’agenda del Paese. Il governo ha progredito con privatizzazioni e aste per le concessioni per infrastrutture. Queste riforme, unite a cambiamenti fiscali e amministrativi in arrivo, dovrebbero dare frutti in forma di una crescita economica superiore al previsto, in un periodo più lungo.

In tutta l’India, il Brasile e altri importanti mercati emergenti, il ruolo della tecnologia come motore fondamentale dell’economia non ha fatto altro che rafforzarsi durante la pandemia. Molte società si sono rapidamente adeguate a un mondo sempre più contactless, portando avanti la trasformazione digitale per attirare i consumatori e aumentare la produttività. Nel settore dei semiconduttori si sta verificando un boom ciclico e secolare dovuto a un aumento vertiginoso della domanda alimentata dalla crescita della digitalizzazione, mentre il Covid 19 continua a trainare una carenza di forniture globale. Questo contesto presagisce a una probabile crescita pluriennale per i produttori di chip di Taiwan e della Corea del Sud, che sono arrivati a dominare l’industria globale con le loro tecnologie superiori e la scala degli investimenti.

Anche la Cina è salita lungo la catena di valore dell’hardware tecnologico, dando priorità all’innovazione e all’autosufficienza nei suoi programmi di sviluppo per un periodo più lungo. Le società cinesi che hanno conquistato con successo posizioni più prominenti hanno conquistato quote di mercato in tutto il mondo, in un momento nel quale la concorrenza estera stava risentendo del Covid 19. Troviamo anche attività imperniate sull’innovazione nei settori delle vetture elettriche e dell’energia solare, ben posizionate per una crescita in un periodo più lungo, considerando l’accelerazione in tutto il mondo dall’adozione di vetture elettriche e della tendenza alla decarbonizzazione.

Spostamento del sentiment
Il quadro di una sana domanda che abbiamo constatato dalle nostre visite in loco contrasta con la debolezza del sentiment relativo ai mercati emergenti, considerando la lentezza con cui procedono le campagne di vaccinazione, mentre si accendono nuovi focolai di Covid 19, in aggiunta ad altre preoccupazioni specifiche per i vari Paesi. Questo scenario, secondo noi, dovrebbe predisporre per una performance migliore delle economie emergenti nel prossimo futuro, con l’aumento delle percentuali di vaccinazioni e il miglioramento dei trend relativi al Covid 19.

In India, il governo ha accelerato la distribuzione di vaccini, e prevediamo che un aumento delle percentuali di vaccinazioni sosterrà il ritorno alla ripresa dell’economia. Nei mercati emergenti, i programmi di vaccinazione stanno progredendo e ciò dovrebbe favorire altre riaperture dell’economia. Sono notizie positive, soprattutto per Paesi che dipendono dal turismo, come ad esempio la Thailandia. Anche le società dipendenti dalla mobilità dovrebbero iniziare a recuperare sui progressi del mercato generale, considerando che la normalizzazione dell’economia si traduce in riprese degli utili.

Dopo essere stata uno dei Paesi più brillanti nell’universo azionario dei mercati emergenti fino a febbraio di quest’anno, la Cina è rimasta indietro rispetto ai suoi omologhi. I nomi più prestigiosi nell’universo Internet sono stati un freno quando il governo cinese ha riesaminato più attentamente il settore, introducendo misure antitrust e di altro genere più rigide. I protagonisti principali si sono impegnati nell’aumentare la spesa per rafforzare la competitività. La debolezza di questi titoli, secondo noi, è una pausa di breve termine, piuttosto che una flessione destinata a durare più a lungo. Vediamo come un elemento cruciale il fatto che il governo mira allo sviluppo sostenibile di un settore che contribuisce notevolmente alla crescita economica e al progresso tecnologico del Paese. Questi titoli torneranno prevedibilmente ad accelerare, quando la pressione normativa inizierà ad allentarsi e si completeranno gli investimenti nelle attività, e restiamo positivi riguardo alle loro possibilità in una prospettiva temporale più lunga.

Il rischio di inflazione è in crescita?
Con la vivace ripresa dai momenti più bui della pandemia dell’economia globale alimentata dallo stimolo, negli Stati Uniti sono riemerse le preoccupazioni per l’inflazione. Pur restando fedeli al nostro approccio agli investimenti bottom up e stock driven, vigiliamo attentamente sulla possibilità di elementi macroeconomici sfavorevoli.
I motivi di preoccupazione che si riflettono nelle view più recenti della Federal Reserve (Fed) statunitense sono:
- Crescita dell’inflazione;
- Periodo transitorio prolungato di prezzi elevati;
- Rinvio al 2022 dell’inizio del tapering;
- Aumenti dei tassi d’interesse prima del previsto, a partire dal 2023.

Il recente cambiamento del tono della Fed riguardo all’inflazione riflette il solido scenario della domanda che abbiamo già osservato. I rialzi dei prezzi riflettono aumenti delle materie prime, strozzature delle forniture e tendenza al rialzo della domanda: un’interazione di fattori esclusiva per la pandemia. Molte società dei mercati emergenti hanno trasferito solo moderatamente sui clienti i costi di input più elevati, considerando che l’aumento deriva in gran parte da problemi di forniture destinati a essere di breve durata. I prezzi sono rimasti sotto controllo anche in considerazione degli aumenti di efficienza e della concorrenza tra le società. Secondo noi, le pressioni inflazionistiche avranno una vita relativamente breve.

L’esperienza, peraltro, suggerisce che i messaggi della Fed relativi al tapering e i preparativi per una mossa di questo genere creeranno, probabilmente, una volatilità del mercato superiore alla riduzione effettiva degli acquisti di obbligazioni. Il rischio reale sarà un calo repentino della liquidità, in previsione di aumenti dei tassi e della fine di uno stimolo senza precedenti, che potrebbe indurre il mercato a diventare più prudente. Rialzi dei tassi potrebbero anche dare il via a un rafforzamento del dollaro statunitense, che è potenzialmente negativo per mercati emergenti quali, ad esempio, l’Indonesia, con deficit gemelli nei bilanci fiscali e delle partite correnti; tuttavia, va ricordato che oggi questa situazione si riscontra in un numero molto meno rilevante di economie emergenti. Considerando lo scenario di liquidità eccezionale che ha trainato la forte propensione al rischio nei mercati, da ora alla fine dell’anno potremmo assistere a un aumento della volatilità.

Tracciare una strada per andare avanti
Nel complesso, i fondamentali economici dei mercati emergenti sono migliorati nell’ultimo decennio, e secondo noi, oggi, possono far fronte con più forza a eventuali volatilità del mercato. Mentre continuano a tracciare una strada per il futuro post pandemia, le nostre prospettive generali per i mercati emergenti restano positive, anche se vi sono alcuni rischi che potrebbero avere un impatto sulla nostra view di medio termine. Ciò detto, qualche bolla di breve termine potrebbe creare opportunità d’investimento per un periodo più lungo, sostenute dai punti di forza strutturali dei mercati emergenti e dalla competitività delle società locali.

Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita di capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici; gli investimenti nei mercati emergenti implicano rischi accentuati legati agli stessi fattori. Nella misura in cui una strategia si concentra di volta in volta su particolari paesi, regioni, industrie, settori o tipi di investimento, può essere soggetta a un rischio più elevato di sviluppi negativi in tali aree di focalizzazione rispetto a una strategia che investe in una gamma più ampia di Paesi, regioni, industrie, settori o investimenti. Le società più piccole e nuove possono essere particolarmente sensibili alle mutevoli condizioni economiche. Le loro prospettive di crescita sono più incerte rispetto a quelle di aziende di maggiori dimensioni e più consolidate, e possono risultare volatili. La Cina può essere soggetta a livelli notevoli di instabilità economica, politica e sociale. Gli investimenti in titoli di emittenti cinesi comportano rischi legali specifici della Cina, compresi alcuni rischi legali, normativi, politici ed economici.
(Articolo a cura di Manraj Sekhon, Cfa, Chief investment officer Emerging Markets Equity di Franklin Templeton)