28 marzo 2023

KraneShares, la Cina e lo sviluppo economico “green”

Nel 2022, il Paese ha stanziato 607 milioni di dollari per il sussidio alle energie rinnovabili e prevede che entro il 2030 queste rappresenteranno il 35% del consumo di elettricità

La Cina è cresciuta, ed è ora la seconda economia e il secondo mercato azionario del mondo. Nel 2018, MSCI ha iniziato a includere parzialmente le A shares cinesi a maggiore capitalizzazione nell'indice Msci Emerging Markets. Nello stesso anno, il Codice di Corporate Governance ha incoraggiato la Cina a condividere i dati ESG delle società cinesi. Nel giugno 2022, la China Enterprise Reform and Development Society ha pubblicato delle linee guida volontarie per la divulgazione delle informazioni ESG, con l'obiettivo di stabilire delle pratiche di divulgazione uniformi e mirate alle priorità ESG della Cina. Sebbene la conformità alle linee guida sia volontaria, abbiamo visto un numero crescente di aziende cinesi cominciare a divulgare le proprie politiche ESG. Ciò è anche dovuto al crescente interesse che gli investitori internazionali mostrano verso le società cinesi e dall'intenzione delle aziende di attrarre flussi di capitale e diversificare la loro partecipazione azionaria.

In quanto Paese in via di sviluppo, le decisioni di politica economica hanno un peso rilevante per la Cina, che non manca mai di fissare obiettivi ambiziosi. Al 2020 Climate Ambition Summit, il Presidente Xi Jinping ha annunciato l’obiettivo di raggiungere il picco delle emissioni di CO2 prima del 2030 e la neutralità entro il 2060. Anche il quattordicesimo piano quinquennale fissa diversi nuovi obiettivi climatici: tra questi, l’impulso alla produzione di energia non fossile, che dovrà raggiungere il 40% della produzione totale entro il 2025, e l'aumento del consumo di energia elettrica, che dovrà raggiungere il 30% dei consumi totali entro il 2025.
Nel 2022, il Paese ha stanziato 607 milioni di dollari per il sussidio alle energie rinnovabili e prevede che entro il 2030 queste rappresenteranno il 35% del consumo di elettricità. Storicamente, la Cina ha sempre raggiunto gli ambiziosi obiettivi a lungo termine in materia di energie rinnovabili che si era prefissata nei piani quinquennali.
Anche nel corso dell’ultimo Congresso del Partito Comunista Cinese, il Presidente Xi Jinping ha ribadito che gli obiettivi del 2030 e del 2060 in materia di emissioni sono al centro dell’agenda politica, confermando l’impegno delle autorità cinesi a sostenere l'iniziativa sia dal punto di vista finanziario che normativo.

A luglio 2021, la Banca Popolare Cinese, la National Development and Reform Commission e la China Securities Regulatory Commission hanno pubblicato congiuntamente un catalogo aggiornato dei progetti di green bond. Questo fornisce un'ulteriore regolamentazione al mercato nazionale dei green bond ed è stato concepito per indirizzare un maggior numero di flussi di capitale (nazionali e internazionali) verso progetti “verdi”. Il catalogo aggiornato si allinea maggiormente agli standard internazionali e ha ampliato il numero di emittenti di obbligazioni autorizzati, passando dalle sole entità finanziarie regolamentate a tutti gli emittenti di green bond ammissibili, come le società quotate e altre istituzioni finanziarie. Ciò ha portato a una diversificazione dei partecipanti al mercato dei green bond, consentendo agli investitori di scegliere tra una varietà di industrie e settori che contribuiscono al successo dell'obiettivo a lungo termine di una società verde in Cina.
Poiché la finanza verde è uno strumento importante per il governo per facilitare i suoi piani di sviluppo ecologico, ci aspettiamo che l'ampliamento della base degli emittenti consenta una maggiore efficienza nell’indirizzamento dei flussi di capitale. In particolare, faciliterà l’accesso al credito per i progetti di transizione a basse emissioni di CO2 e di tecnologie verdi, nei quali le imprese non finanziarie sono i maggiori attori.

Il 2030, e i relativi obiettivi climatici, è alle porte e ci aspettiamo che nei prossimi anni il mercato cinese dei green bond cresca significativamente in termini di dimensioni, diversificazione e liquidità, per facilitare la costruzione dei progetti e delle infrastrutture necessarie per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2060.
Questo sostegno allo sviluppo “green” potrebbe permettere alla Cina di prendere due piccioni con una fava: poiché il tasso di disoccupazione giovanile è a un livello storicamente elevato, l'avvio di un maggior numero di progetti di infrastrutture verdi può facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

La riapertura ha migliorato sensibilmente la fiducia dei consumatori in Cina e le azioni prese a sostegno dell’economia sono fondamentali per favorire la ripresa economica. Come evidenziato dall'ultimo PMI, l’economia della Cina sta crescendo e quasi tutti i sottoindici sono superiori a 50: i nuovi ordini, i nuovi ordini di esportazione, i servizi ecc.. stanno tutti registrando una ripresa dell'attività. Un facile accesso ai finanziamenti e il buon impiego del capitale forniranno un sostegno finanziario fondamentale alle aziende per ristabilire la leadership di pensiero nei settori delle energie rinnovabili, delle tecnologie pulite, dei veicoli elettrici e della mobilità futura, di cui la Cina è leader a livello mondiale.
Con la recente conclusione del National People’s Congress, la nuova leadership è pronta ad assumere i propri ruoli e guidare la Cina nella ripresa post Covid. Ci aspettiamo che nel prossimo futuro vengano introdotte normative più favorevoli alla finanza verde e che venga aumentata la spesa monetaria e fiscale con lo scopo di raggiungere gli obiettivi climatici e sviluppare il paese per raggiungere gli obiettivi di modernizzazione annunciati.
(Articolo a cura di Xiaolin Chen, Head of International di KraneShares)