22 settembre 2023

La tendenza dei gestori di Etf statunitensi ad arrivare in Europa sta prendendo sempre più piede

È quanto afferma Hector McNeil, cofondatore e coCeo di HANetf, dopo l’annuncio dell’acquisizione di Rize ETF Limited da parte di ARK Invest LLC

Che l’interesse di gestori statunitensi per il mercato europeo degli Etf sia alto è un dato di fatto, basta pensare alla presenza e quota di mercato raggiunta dai colossi a stelle e strisce, ma la novità sta nella tipologia di Etf che si mira a espandere. quella degli Etf attivi.
A tal proposito, e a seguito della notizia dell’acquisizione di Rize ETF Limited da parte di ARK Invest LLC e all’annuncio della nascita di ARK Invest Europe, Hector McNeil, cofondatore e coCeo di HANetf, con oltre 20 anni di esperienza nel mercato europeo degli Etf, ha rilasciato alcune interessanti considerazioni.

“La notizia che ARK Investment Management ha acquisito Rize ETF dimostra che la tendenza dei gestori di Etf statunitensi ad arrivare in Europa sta prendendo sempre più piede. Lo shock maggiore per il mercato è dato dal fatto che stiamo assistendo all'ingresso del primo e maggiore gestore di Etf attivi dagli Stati Uniti, dove negli ultimi anni si è registrata una crescita esplosiva degli Etf a gestione attiva. Sebbene gli Etf attivi rappresentino ancora meno del 6% del mercato statunitense, sono riusciti a raccogliere il 22% dei flussi netti totali nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati di Morningstar Direct. Allo stesso tempo, quasi il 70% degli Etf lanciati nella prima metà del 2023 negli Stati Uniti è di tipo attivo”.
“I nuovi lanci, uniti al massiccio flusso di conversioni dai fondi comuni agli Etf dimostrano che non si tratta di una semplice tendenza del momento, ma di una vera e propria rivoluzione. La mossa di Cathie Wood e ARK darà il via alla rivoluzione europea degli Etf attivi e sveglierà il sonnolento mondo dei fondi comuni tradizionali, che non potrà più far altro che darsi una svegliata e rispondere con azioni ed idee concrete”.

“La tendenza verso gli Etf attivi è in crescita: secondo un sondaggio di Brown Brothers Harriman, il 76% degli investitori europei investe attualmente in Etf attivi o intende aumentarne l'esposizione. Il 30% delle 100 richieste di informazioni ricevute da HANetf per i suoi servizi white label riguarda ora prodotti attivi; solo due anni fa, la percentuale era quasi nulla”.
“Riteniamo che il forte marchio retail di ARK e il successo di masse in gestione negli Stati Uniti accelereranno il processo decisionale dei gestori patrimoniali europei in merito all'ingresso nello spazio degli ETF attivi”, prosegue McNeil. “La decisione di ARK dovrebbe anche contribuire a sfatare il mito che i requisiti di informativa giornaliera in Europa siano un ostacolo alla crescita degli Etf attivi nel continente. Gli Etf attivi di ARK domiciliati negli Stati Uniti pubblicano il loro portafoglio su base giornaliera e le strategie completamente trasparenti rappresentano il 95% di tutti gli Etf attivi lanciati quest'anno negli Usa (fonte: Morningstar Direct)”.

“Un altro fattore di crescita degli Etf attivi negli Stati Uniti è stato il diverso trattamento fiscale degli Etf e dei fondi comuni. Riteniamo, tuttavia, che i gestori patrimoniali europei stiano iniziando a rendersi conto del vantaggio fiscale che l'Europa offre agli Etf. È un mito che gli Etf abbiano un vantaggio fiscale solo negli Stati Uniti. In Europa, i fondi comuni d’investimento sono generalmente soggetti a una ritenuta alla fonte (Wht) del 30% sui dividendi azionari statunitensi. Tuttavia, gli Etf domiciliati in Irlanda sono soggetti solo a una Wht del 15%. Pertanto, gli Etf domiciliati in Irlanda godono di un vantaggio fiscale quando si tratta di detenere titoli azionari statunitensi, che dovrebbero diventare un vero e proprio motore di crescita”.
“I gestori europei devono prendere atto di questa mossa e agire di conseguenza, poiché riteniamo che, da qui in poi, i tempi procederanno speditamente per il mercato degli Etf attivi europei”, conclude McNeil.