31 luglio 2024

Natixis IM: mercati troppo ottimisti, rischio di tensioni geopolitiche, rallentamento dei consumi e potenziali sorprese dell’inflazione

Le evidenze del Natixis Strategist Outlook 2024 si basano sulle risposte di 30 esperti, tra cui 25 rappresentanti di 12 asset manager affiliati, 4 rappresentanti di Natixis Investment Managers Solutions e 1 rappresentante di Natixis Corporate & Investment Banking

Con l'allentamento dell'inflazione e i timori di una recessione globale alle spalle, il primo semestre 2024 ha registrato un inizio d’anno positivo. Nonostante ciò, il 67% dei 30 strategist del Gruppo Natixis e delle sue affiliate, che hanno partecipato al Natixis Strategist Outlook 2024, ritiene che i mercati siano troppo ottimisti in vista di un secondo semestre incerto, con l’attenzione rivolta alle elezioni presidenziali Usa

Gli investitori restano cauti nonostante il buon inizio d'anno
Sebbene il 73% degli strategist intervistati ritenga che il rischio di recessione globale sia nullo (10%) o basso (63%), l'incertezza permane. Il 74% degli intervistati considera le elezioni presidenziali statunitensi come un rischio medio (37%) o alto (37%) nel secondo semestre, poiché il 77% afferma che le elezioni sono importanti per i mercati. Il 60% ritiene che le elezioni statunitensi avranno più probabilità d’impattare sul mercato che di sostenerlo, ma il 30% pensa che siano più un disturbo piuttosto che un segnale per i mercati. L'inflazione, che per la prima volta da decenni è tornata a essere un problema in un anno elettorale, è tra i principali timori degli strategist. Inoltre, circa il 47% teme una “politicizzazione” della Fed nel momento in cui deciderà di tagliare i tassi.
Sebbene l'inflazione abbia continuato a diminuire nel primo semestre, gli strategist la considerano ancora un rischio potenziale per gli investitori: solo il 7% ritiene che la Federal Reserve raggiungerà il proprio obiettivo entro la fine dell'anno e il 40% teme che una sorpresa sull'inflazione possa arrestare il rally del mercato. Il 77% teme che i tassi rimangano più alti a lungo. Il 70% si aspetta due tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (Bce) nella seconda metà dell'anno, il 67% si aspetta due tagli da parte della Banca d'Inghilterra (BoE) mentre solo il 37% si aspetta lo stesso negli Stati Uniti.

Rischio geopolitico
Le sfide politiche continuano a essere al centro dell'attenzione degli strategist, con l'80% degli intervistati preoccupato del fatto che la geopolitica sarà un ostacolo da affrontare nel secondo semestre, con la guerra in Ucraina, il conflitto tra Gaza e Israele e le relazioni tra Stati Uniti e Cina.  Di fatto, il 47% ritiene che i conflitti geopolitici potrebbero potenzialmente porre fine all'attuale rally del mercato.
Anche il debito pubblico pesa sulla mente degli strategist. Il 70% afferma che i disavanzi pubblici sono importanti per la valutazione dei mercati. Il 53% ritiene che i livelli di debito, pur essendo attualmente sostenibili, rappresentino una minaccia a lungo termine per l'economia, mentre il 37% ritiene che i livelli di debito siano già insostenibili.

Alla ricerca di alfa in un contesto di incertezza
Due terzi (67%) degli intervistati prevede che il mercato azionario statunitense offrirà agli investitori il miglior potenziale di ritorno nel secondo semestre, mentre solo il 10% vede una crescita maggiore nel Regno Unito e solo il 3% in Europa. Due terzi (67%) ritiene che i titoli Growth supereranno i Value e il 73% pensa che le Large cap supereranno le Small cap.
Pur ritenendo che i ritorni saranno meno concentrati, il 60% pensa che il settore dell’IT sarà il più performante negli Stati Uniti nel secondo semestre. Solo il 10% ritiene che il settore tecnologico offrirà i migliori ritorni in Europa. Si prevede una buona performance del settore finanziario (20%), seguito da quello sanitario (17%).
Nel reddito fisso, l'aumento dei tassi ha dato una spinta alle obbligazioni. Guardando al mercato statunitense, gli strategist sono divisi su dove sia il migliore potenziale di ritorno, ma tutte le loro scelte indicano una preferenza per il credito di qualità: lo stesso numero (23%) pensa che i titoli di Stato Core short, i titoli di Stato Core long e le società Investment grade possano offrire i migliori rendimenti nel secondo semestre. In Europa, il 27% ritiene che le società Investment grade dei mercati sviluppati abbiano il miglior potenziale di rendimento.
In percentuale minore chi vede il rapporto rischio/rendimento a favore delle obbligazioni con una maggiore esposizione al rischio di credito: solo il 13% pensa che le obbligazioni High yield o il debito dei mercati emergenti in valuta forte offriranno i migliori ritorni.

Cosa devono sapere gli investitori su liquidità, tassi e obbligazioni
L'aumento dei tassi ha spinto molti investitori retail a rivolgersi alla “certezza” rappresentata dagli strumenti di liquidità a breve termine, che offrono i tassi più alti dall'inizio del secolo. Ma gli strategist di Natixis sono pronti a ricordare agli investitori individuali che non esiste un pranzo gratis quando si tratta d’investire.
Alla domanda su quali siano i principali rischi presentati dalla liquidità che potrebbero sfuggire agli investitori, il 53% degli intervistati ha risposto che si possono trovare ritorni più interessanti altrove: la prova è data dai ritorni del primo semestre del 15,3% per l’S&P 500, del 18,6% per il Nasdaq, del 13,3% per l'indice Ftse All-World e del 18,2% per il Nikkei.

L'intelligenza artificiale non si fermerà, che ci piaccia o meno
L'intelligenza artificiale generativa è stata un catalizzatore della crescita tecnologica a partire dalla fine del 2022. Gli strategist prevedono che l'IA avrà un impatto significativo sui mercati nei prossimi due/cinque anni: il 73% suggerisce che altererà i modelli di mercato tradizionali, mentre il 77% ritiene che accelererà il day trading. Il 97% pensa ancora che l'IA debba realizzare il proprio pieno potenziale, pur comprendendo i rischi che comporta, e il 93% ritiene che le capacità in continua espansione dell’IA aumenteranno il potenziale di frodi e truffe nel corso del prossimo anno.
Al di là dei mercati, gli strategist stanno considerando l'impatto a lungo termine sulle proprie pratiche aziendali. L'80% pensa che l'IA aiuterà a scoprire nuove opportunità altrimenti non individuabili e il 70% pensa che aiuterà a individuare rischi sconosciuti.

Investimenti alternativi per diversificare i portafogli
Data la complessità del quadro per la seconda metà dell'anno, si prevede che gli investimenti alternativi svolgeranno un ruolo di diversificazione nei portafogli. Sei strategist intervistati su dieci (60%) ritengono che un portafoglio composto per il 60% da azioni, per il 20% da reddito fisso e per il 20% da alternativi otterrà migliori ritorni di un tradizionale portafoglio 60/40 nel secondo semestre.
Le preferenze per le strategie che offrono livelli più elevati di diversificazione e protezione dal rischio sono leggermente superiori a quelle che hanno il potenziale di aumentare i ritorni. I metalli preziosi e le strategie a ritorno assoluto (17% negli Usa, 20% in Europa, per entrambi) indicano che gli strategist vedono il potenziale di questi tradizionali mitigatori del rischio in termini di protezione dai ribassi e, nel caso dei metalli preziosi, di copertura continua dall'inflazione.
Un numero leggermente inferiore di strategist vede nel debito privato (13% negli Stati Uniti, 13% in Europa) e nel private equity (17% negli Stati Uniti, 10% in Europa) un potenziale di ritorno per gli investitori nel secondo semestre.

Il futuro degli investimenti sostenibili
Il 100% degli strategist di Natixis concorda sul fatto che la politica continuerà a dividere le opinioni sugli investimenti sostenibili. Nei prossimi due/cinque anni, la metà degli intervistati ritiene però che il destino degli investimenti sostenibili sarà determinato dagli investitori, poiché la domanda dei consumatori supererà la pressione politica.
Con gli investimenti sostenibili al centro di un forte sentiment politico, il 57% ritiene che le normative relative a questi investimenti si rafforzeranno, ma non allo stesso livello ovunque, poiché solo il 10% pensa che l'UE e gli Stati Uniti si allineeranno sui requisiti normativi, sulle definizioni e sulle norme quadro di rendicontazione. Tuttavia, due terzi degli strategist (67%) ritiene che i punteggi ESG dei data provider convergeranno, il che significa che ci saranno meno operatori nei prossimi cinque anni.
Il 60% degli strategist prevede che l'impact investing continuerà a espandersi e il 50% ritiene che i gestori patrimoniali dovranno impegnarsi verso il Net zero per conquistare quote di mercato in Europa e in Asia, anche se solo il 20% pensa che gli investimenti sostenibili saranno adottati come standard integrato in tutte le strategie di portafoglio entro i prossimi cinque anni.

Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis IM, commenta: “Abbiamo assistito a un forte inizio d'anno con solide performance dei mercati azionari, un'inflazione in calo e una ripresa del mercato obbligazionario. La crescita dei tecnologici ha continuato a sostenere i mercati azionari statunitensi, con l'S&P e il Nasdaq che hanno registrato ritorni rispettivamente del 15,3% e del 18,6%, e gli strategist non hanno dubbi sul fatto che i mercati statunitensi continueranno a fare da traino nella seconda metà dell'anno. Gli investitori dovrebbero però essere cautamente ottimisti, poiché nella seconda metà dell'anno continueranno a dover affrontare una serie di fattori contrari, tra cui politica, tensioni geopolitiche, tassi potenzialmente più alti per un periodo più lungo, rallentamento della spesa per i consumi ed elevati livelli di debito pubblico”.
“Al fine di mitigare i rischi, gli investitori dovrebbero cercare di diversificare i portafogli tra obbligazioni, azioni e investimenti alternativi, per evitare un'eccessiva esposizione a una singola asset class. I rischi più ampi hanno posto l'accento sulla qualità del reddito fisso, con gli strategist che privilegiano i titoli di Stato e le società Investment grade rispetto ai più rischiosi titoli High yield e dei mercati emergenti. D’ora in poi, tutti gli occhi saranno puntati sugli Stati Uniti in attesa di conoscere l'esito della corsa presidenziale, che potrebbe avere ampi effetti a catena su politica, mercati e geopolitica”, conclude Chetouane.