19 novembre 2024

I segnali economici contrastati offrono delle opportunità

Dall’ultimo Global Investment Views di Amundi Investment Solutions, un’analisi di Vincent Mortier, Group Cio di Amundi, che esprime un orientamento moderatamente positivo sul rischio e alcuni spunti di ricerca nelle asset class di opportunità interessanti

Il rialzo dei rendimenti obbligazionari, dei titoli azionari statunitensi (che hanno toccato i massimi in ottobre) e dei titoli azionari europei sta trasmettendo ai mercati la percezione di uno scenario perfetto basato sulla forte crescita statunitense, sul calo dell’inflazione e sulla dinamica positiva innescata dall’allentamento monetario in Europa. Pur riconoscendo la buona tenuta dell'economia statunitense, non ci sembra tuttavia che tutti i dati provenienti dall’America e dall’Europa siano univoci. In Cina, l’incognita principale è rappresentata dalla politica di bilancio: ci si chiede se sarà all’altezza delle aspettative e se riuscirà a imprimere uno slancio duraturo all’economia.
In questo scenario di forte incertezza, l'economia mondiale potrebbe essere influenzata dai seguenti fattori:
•          Diminuzione della domanda di forza lavoro da parte delle aziende: visto il peggioramento del mercato del lavoro statunitense (vedi grafico 1 a fondo pagina), si prevede un aumento del tasso di disoccupazione. I dati recenti evidenziano un continuo calo degli annunci di lavoro, delle assunzioni e della crescita dei salari. I consumatori potrebbero reagire a questo mercato del lavoro “meno effervescente” riducendo le spese non essenziali.
•          Calo persistente dell’inflazione negli Stati Uniti e in Europa: l’inflazione dovrebbe raggiungere più o meno l’obiettivo della Fed attorno alla metà del 2025. Le componenti vischiose dell’inflazione e le politiche del nuovo governo statunitense potrebbero comportare alcuni rischi. In Europa potrebbe esserci una crescita a più velocità e una domanda interna sottotono.
•          Analisi degli eventuali episodi di volatilità temporanea da parte delle Banche centrali: le aspettative dei mercati sulla Fed sono ora maggiormente allineate con le nostre previsioni interne di altri due tagli dei tassi d’interesse entro la fine del 2024. Come previsto, la Bce ha già tagliato i tassi a ottobre e probabilmente li taglierà ancora entro fine anno.
•          Le autorità cinesi hanno indicato di voler imprimere una svolta alla loro politica che, per avere un impatto duraturo sulla crescita economica, dovrà seguire una linea precisa nell'affrontare i problemi come quelli che affliggono ad esempio il settore immobiliare.

In un outlook positivo, dove la crescita rallenta ma tiene, e l’inflazione è in calo, il vero quesito è quanto le notizie positive siano già scontate dai mercati. Questi ultimi tendono a reagire rapidamente alle notizie importanti, come è accaduto in Cina e persino negli Stati Uniti, dove l’andamento dei rendimenti è stato influenzato dal rumore attorno alle elezioni statunitensi, dai deficit e dagli ottimi dati sull'economia.
Negli Stati Uniti il rallentamento congiunturale non sta sfociando in una recessione, mentre in Europa la crescita rimane ragionevole, anche se i vincoli fiscali potrebbero frenare l'economia.
Manteniamo, quindi, un orientamento moderatamente positivo sul rischio e siamo alla ricerca di opportunità interessanti:
•          Cross asset: il nostro approccio attivo ci ha spinto ad adottare un atteggiamento leggermente positivo sulle azioni statunitensi e cinesi, in un contesto che vede alcune correzioni dei listini nel primo caso e un miglioramento del sentiment nel secondo. Siamo costruttivi anche sul Regno Unito e sul Giappone e il nostro atteggiamento complessivo sulle azioni è moderatamente positivo. In questo contesto manteniamo la stabilità del portafoglio attraverso i Treasury statunitensi, le obbligazioni europee e l’oro. Siamo inoltre ottimisti sul debito dei Paesi emergenti per via del carry. Rimaniamo invece cauti sulle obbligazioni giapponese e monitoriamo le azioni della Banca centrale e la politica di bilancio, soprattutto dopo il recente indebolimento della coalizione di governo e la potenziale indisciplina fiscale.
•          Giocare la carta della duration in un contesto di volatilità dei mercati e di calo dell’inflazione: i timori per l'economia e il deficit fiscale hanno spinto al rialzo i rendimenti statunitensi, rendendoli più attraenti rispetto a prima. Per ora, tuttavia, manteniamo una posizione quasi neutrale. Siamo invece ancora leggermente ottimisti sull’Europa e sul Regno Unito e preferiamo adottare un approccio tattico. Nel credito societario la qualità, il carry e i rischi idiosincratici sono fattori importanti e ci piacciono le obbligazioni Investment grade (settori bancario e assicurativo). Manteniamo infine la nostra preferenza per i titoli di qualità negli Stati Uniti.
•          Posizionamento bilanciato sulle azioni: quando le valutazioni sono elevate ma i rischi di una recessione sono bassi e le Banche centrali stanno tagliando i tassi d’interesse non è il momento di essere prudenti. Manteniamo, tuttavia, un approccio selettivo e bilanciato, privilegiando aree come quelle dei titoli statunitensi Equal weighted, che hanno messo a segno una buona performance nel terzo trimestre. Questi segmenti dovrebbero beneficiare anche dell'ampliamento del rally. In Europa puntiamo invece sui titoli ciclici di qualità e sui titoli difensivi di tutti i segmenti del mercato.
•          Le storie idiosincratiche nei Paesi emergenti ci fanno ben sperare: si prevede che le Banche centrali di questi Paesi allenteranno le loro politiche monetarie a ritmi più blandi rispetto alla Fed viste le dinamiche idiosincratiche, col probabile risultato di aumentare l'attrattività del debito. Per quanto riguarda invece le azioni cinesi, abbiamo una posizione quasi neutrale ma siamo pronti a modificarla a seconda dello slancio che le politiche fiscali riusciranno a imprimere all'economia.

Grafico 1: Negli Stati Uniti il mercato del lavoro si sta indebolendo, ma finora le stime sugli utili hanno ignorato questo dato



Fonte: Amundi Investment Institute, US Bureau of Labour Statistics, Bloomberg. Dati aggiornati al 28 ottobre 2024.
Nota: Il tasso dei nuovi annunci di lavoro è la quota del numero totale di annunci di lavoro come % del totale dell’occupazione e degli annunci di lavoro, ovvero tutte le posizioni coperte e quelle non coperte.