I mercati hanno accolto con favore tutte le notizie positive giunte nel 2024 dall'economia, dagli utili societari e dal contesto politico, anche se qualche volta sono stati presi in contropiede. Nei prossimi mesi la loro performance sarà trainata dalla dinamica degli utili in uno scenario di rallentamento della crescita statunitense e da un riassestamento del mercato del lavoro che non subirà tuttavia un drastico indebolimento. Nel frattempo, la Fed sta adottando una politica monetaria un po' più hawkish, mentre l'approccio di Trump al commercio e le contromosse degli altri Paesi potrebbero generare volatilità. Fuori dagli Stati Uniti, i mercati saranno guidati dalla crescita e dalle politiche dell'Europa, e dalla risposta della Cina ai suoi problemi interni.
Riteniamo che i principali driver dell'economia mondiale saranno i seguenti:
1) La solidità della crescita statunitense, che però sta perdendo slancio e che risentirà dell'incertezza legata alle politiche di Trump; i dati recenti indicano un miglioramento dei fondamentali economici, ma la traiettoria complessiva della crescita non registra variazioni.
2) La crescita europea stenta a mantenere la rotta; gli sforzi dei governi per imporre il consolidamento fiscale (Germania) stanno offuscando le prospettive di crescita. In Germania, il governo potrebbe allentare il freno all'indebitamento, in ogni caso gradualmente, ma le conseguenze non saranno visibili prima del 2026.
3) Incertezza riguardo alla politica monetaria della Fed, mentre si prevede che la Bce perseguirà una politica più espansiva, perché nell'area Euro l'inflazione sta scendendo più in fretta. Abbiamo rivisto al ribasso di 50 pb il tasso terminale della Bce, che, secondo le nostre stime, a fine luglio si attesterà all' 1,75 %; la Fed ha effettuato un taglio da falco, a riprova che sta seguendo con grande attenzione l'andamento dell'inflazione.
4) Ambiziosi intenti della Cina; l'espansione del deficit fiscale e il rafforzamento della domanda interna sono i punti principali sull'agenda del governo, ma ci piacerebbe vedere i dettagli del piano con cui le autorità cinesi intendono raggiungere i loro obiettivi.
In base alle nostre valutazioni, la liquidità sui mercati è abbondante, le condizioni del credito sono robuste e il contesto degli utili è ragionevole. Le valutazioni e i rischi legati alle revisioni degli utili sono tuttavia i fattori più importanti che ci inducono a non aumentare in modo significativo la nostra propensione al rischio. Manteniamo quindi una view moderatamente costruttiva, che illustriamo di seguito:
i) Cross asset, moderatamente favorevoli al rischio in questo inizio 2025, mantenendo però alcune coperture. La crescita economica negli Stati Uniti e in Europa è ragionevole e l'inflazione sta rallentando, delineando un quadro favorevole agli attivi rischiosi. Abbiamo rafforzato la nostra opinione positiva sulle azioni statunitensi e siamo ora costruttivi sull'Europa, mentre manteniamo una view moderatamente positiva sul Regno Unito e sul Giappone. Siamo sempre alla ricerca di opportunità nell'obbligazionario dei Paesi emergenti, in particolare Repubblica ceca, Sudafrica e Indonesia. Per controbilanciare questa allocazione complessivamente favorevole al rischio, manteniamo un orientamento positivo sulla duration, che intendiamo utilizzare come copertura nel caso in cui ci sia un peggioramento dell'outlook sulla crescita Abbiamo inoltre aggiunto alcune coperture azionarie e manteniamo l'oro come diversificatore di portafoglio.
ii) Il reddito fisso, come asset class, risentirà sempre di più dell'incertezza riguardo alle politiche fiscali e monetarie. Manteniamo quindi un approccio tattico alla duration negli Stati Uniti e in Europa, aree in cui siamo sempre alla ricerca di opportunità in vista di un possibile irripidimento delle curve dei rendimenti. Siamo poi positivi sul Regno Unito, ma seguiamo attentamente il forte rialzo dell'inflazione e i dati sulla crescita dei salari, mentre rimaniamo prudenti sui titoli di Stato giapponesi. Sul mercato del credito continuiamo a privilegiare le obbligazioni Investment Grade, soprattutto in Europa, dove le valutazioni sono più interessanti. Rimaniamo invece cauti sulle obbligazioni High Yield Usa.
iii) Per quanto riguarda l'azionario, è indispensabile diversificare, perché il rischio maggiore rimane il rischio di concentrazione. Negli Stati Uniti rimaniamo prudenti sui titoli a mega capitalizzazione ed esploriamo le opportunità tra le società con una minore capitalizzazione di mercato, che potrebbero beneficiare di una ripresa della domanda industriale e della crescita, ma le cui valutazioni non riflettono ancora questo potenziale. Prevediamo inoltre che il rally si estenderà anche ai titoli Value Usa e che i titoli ciclici beneficeranno di un miglioramento dell'attività economica. In Europa, privilegiamo le banche, meno sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e che hanno solide riserve di capitale rispetto a quelle più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.
iiii) L'eventuale rafforzamento del dollaro e l'aumento dei rischi geopolitici creeranno probabilmente una certa volatilità per i Paesi emergenti, ma il loro potenziale di crescita è notevole e le Banche Centrali sono prudenti. Puntiamo a esplorare le società con un resiliente approccio “bottom up” trainate dai temi legati ai consumi domestici, sia nel debito sia nell'azionario.
(Articolo a cura di a cura di Vincent Mortier, Group Cio di Amundi)