06 giugno 2025
Arabia Saudita: un rifugio dalla tempesta del debito?
Il Weekly ETF Brief di State Street Global Advisors della settimana è focalizzato sui bond dell'Arabia Saudita: la sua posizione debitoria più favorevole e le sue prospettive economiche in fase di diversificazione suggeriscono che i suoi bond rappresentino sia un rifugio sia un'opportunità per gli investitori nei mercati obbligazionari
Il recente downgrade del debito statunitense da parte delle agenzie di rating mette in luce come gli emittenti dei mercati sviluppati si trovino ad affrontare sfide crescenti legate all'aumento dei livelli di debito e dei costi di finanziamento. La posizione debitoria più favorevole dell'Arabia Saudita e le sue prospettive economiche in fase di diversificazione suggeriscono che i suoi bond rappresentino sia un rifugio sia un'opportunità per gli investitori nei mercati obbligazionari.
Il circolo vizioso dei mercati sviluppati?
Moody's è stata l'ultima agenzia di rating a rimuovere agli Stati Uniti la valutazione massima sul debito, ma la decisione accentua l'attenzione sulle dinamiche di deterioramento del debito nei mercati sviluppati. Sebbene questo downgrade riguardi specificamente gli Stati Uniti e sia più reattivo che preventivo, rappresenta comunque un esempio delle difficoltà che molte nazioni affrontano nel contenere i deficit di bilancio. Il mantenimento degli impegni di spesa in un contesto di debito già elevato, unito all'aumento dei costi per il servizio del debito, ha generato una dinamica negativa difficile da riequilibrare. I rendimenti obbligazionari sono aumentati, in particolare sulla parte lunga della curva.
Ma non tutte le regioni del mondo seguono la stessa traiettoria. L'ultimo Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede che entro la fine del decennio il debito pubblico lordo in rapporto al Pil sarà pari al 113,3% per le economie avanzate, ma solo all'82% per le economie emergenti e in via di sviluppo. Per l'Arabia Saudita la previsione è ancora più bassa: un rapporto debito/Pil appena sotto il 46% entro il 2030.
Solide prospettive di crescita per l'Arabia Saudita
La solida posizione fiscale dell'Arabia Saudita è stata premiata con un upgrade ad Aa3 da Moody's (novembre 2024) e ad A+ da S&P (marzo 2025). Il suo basso livello di debito complessivo è un elemento chiave in un contesto di tassi elevati, ma entrano in gioco anche altri fattori.
L'economia saudita sta attraversando una fase di trasformazione nell'ambito dell'iniziativa Vision 2030, che mira a diversificare il Paese dalla dipendenza dal petrolio e a promuovere una crescita economica sostenibile. Pur rimanendo un attore centrale nel settore dei combustibili fossili, l'Arabia Saudita sta puntando su energie rinnovabili, sviluppo infrastrutturale e ampliamento dei mercati finanziari, ponendo le basi per una stabilità di lungo periodo. Il FMI prevede per l'Arabia Saudita una crescita media del Pil pari al 3,3% nel periodo 2025/2030, rispetto all'1,7% delle economie avanzate.
L'attuale basso prezzo del petrolio rappresenta un freno fiscale di breve periodo, con il FMI che prevede un rapporto deficit/Pil vicino al 5% per il 2025 e il 2026. Tuttavia, i piani di spesa sono stati rivisti al ribasso e l'economia, più diversificata, dovrebbe ridurre il deficit al 3,1% entro il 2030.
Per gli investitori alla ricerca di rendimenti superiori senza assumere un rischio eccessivo, i bond sauditi offrono un'opportunità interessante:
1) i bond sauditi offrono rendimenti superiori di circa 100 punti base (bps) rispetto ai Treasury statunitensi, offrendo un interessante rendimento corretto per il rischio;
2) il riyal saudita (Sar) è ancorato al dollaro Usa, riducendo il rischio valutario, un elemento distintivo rispetto ad altri bond dei mercati emergenti, spesso soggetti a forte volatilità valutaria;
3) in un contesto di spread contenuti nei mercati emergenti, i bond sauditi offrono un mix unico di stabilità tipica dei mercati sviluppati e rendimento da mercati emergenti. Dopo gli annunci del Presidente Usa nel "Liberation Day", gli spread sul debito saudita denominato in dollari si sono ampliati di 21 bps contro i 46 bps dell'indice EMBIG complessivo.
Esistono inoltre dinamiche favorevoli di lungo termine che potrebbero sostenere la domanda strutturale. Dal 2019, il mercato obbligazionario saudita si è espanso rapidamente, trainato da un aumento dell'emissione governativa e dalla crescente partecipazione degli investitori esteri.
L'inclusione del debito saudita in importanti indici globali, come il J.P. Morgan Emerging Markets Bond Index (EMBI) e il Ftse Emerging Markets Government Bond Index, ha aumentato la domanda per i titoli denominati in dollari Usa. Si spera anche in una futura inclusione dei bond in valuta locale, che innescherebbe flussi passivi verso il mercato.
Sul fronte della valuta locale, la forte crescita nell'emissione di Sukuk (obbligazioni islamiche), ora componente dominante del mercato obbligazionario locale, ha aperto il mercato agli investitori conformi alla Sharia. Il Public Investment Fund (PIF), elemento centrale della strategia economica saudita, contribuisce attivamente alla liquidità e allo sviluppo del mercato, anche attraverso il lancio di un framework di finanza green per l'emissione di green bond.
Nonostante tutti questi progressi, la quota di proprietà estera sui bond sauditi rimane bassa (7,2%), rappresentando un'opportunità per i primi investitori prima che l'adozione istituzionale si estenda su larga scala.
In sintesi: perché considerare i bond sauditi ora?
⸰ Vento macroeconomico favorevole: previsioni di crescita solide e diversificazione economica rendono l'Arabia Saudita una destinazione di investimento sempre più attraente.
⸰ Debito basso e solida gestione fiscale: il rapporto debito/Pil dell'Arabia Saudita è tra i più bassi al mondo, garantendo solidità creditizia nel lungo periodo.
⸰ Mercato obbligazionario in espansione e integrato globalmente: l'aumento della partecipazione estera e l'inclusione negli indici favoriranno ulteriormente la liquidità e le performance.
⸰ Rendimento premium con rischio contenuto: rendimento competitivo per un emittente A+/Aa3 rispetto ai mercati sviluppati, con spread rispetto ai Treasury Usa e volatilità valutaria ridotta grazie al peg Sar/Usd.
⸰ Accessibilità tramite Etf: gli investitori possono combinare investimenti diretti con un'esposizione efficiente, diversificata e trasparente a questa opportunità grazie a Etf liquidi e a basso costo.
(Articolo a cura di Francesco Lomartire, Head of intermediary client coverage Southern Europe di State Street Global Advisors)