08 luglio 2025

Vanguard, l’outlook per il secondo semestre 2025

La diversificazione globale dà prova di valore nel contesto di incertezza, tra mercati azionari globali resilienti e opportunità sull’obbligazionario a lungo termine, soprattutto U.S.

A inizio anno, i mercati azionari globali erano divergenti, finché l’annuncio di dazi americani ha scatenato un’impennata della volatilità. Da allora, i mercati azionari globali hanno dimostrato resilienza, con quelli europei indiscussi vincitori.
A nostro giudizio, l’obbligazionario è una classe di attivo interessante per gli investitori a lungo termine, che offre una remunerazione del rischio più attrattiva rispetto all’azionario, soprattutto quello americano.

Mercati azionari: fine della leadership americana?
Quest’anno, sino a questo momento, l’azionario globale ha dimostrato resilienza, ma il quadro è tutt’altro che uniforme: l’azionario americano ha ceduto l’8% e quello europeo ha guadagnato il 9% (rendimenti in euro al 30 giugno 2025, basati sull’indice Msci Usa per l’azionario americano e sull’Msci Emu per l’azionario europeo).
L’azionario europeo emerge come indiscusso vincitore, con una sovraperformance che può essere ascritta a diversi fattori, tra cui le valutazioni interessanti, un orientamento più accomodante della Banca Centrale e il pacchetto di stimolo tedesco.
Al contempo, la valuta è stata un importante driver di rendimento. L’indebolimento del dollaro (che da inizio anno si è notevolmente deprezzato rispetto a gran parte delle principali valute) ha infatti inciso sulla performance dell’azionario americano per gli investitori in euro o in sterline britanniche.

Obbligazionario: rendimenti alti e pressioni di bilancio
I mercati obbligazionari hanno incontrato alcuni ostacoli per via dell’aumento dei tassi in questa classe di attivo, dovuto a preoccupazioni sulla sostenibilità della finanza pubblica. Le proiezioni di deficit annui degli Stati Uniti al 6/7% del Pil (con quota crescente destinata al pagamento degli interessi sul debito) hanno destato preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale a lungo termine negli investitori.
Al contempo, i tassi sul decennale tedesco (Bund) e su quello inglese (Gilt) sono alti, sulla spinta di preoccupazioni per l’inflazione e di aumento dell’indebitamento per finanziare la spesa pubblica.
Nel lungo periodo, prevediamo che i tassi restino sopra il livello d’inflazione in gran parte del mondo. Questo rende l’obbligazionario una classe di attivo interessante per gli investitori a lungo termine, che tuttavia potrebbero doversi abituare a trarre valore dal reinvestimento delle cedole a tassi più alti anziché dall’aumento dei prezzi dei titoli.

Asset allocation e il sentiero futuro
Il premio al rischio dell’azionario americano è prossimo a zero, un livello osservato soltanto due volte negli ultimi 70 anni. L’azionario è al livello più costoso da quasi 25 anni rispetto all’obbligazionario. E gli spread del credito sono compressi.
I mercati finanziari globali hanno dimostrato resilienza nel 2025, ma il quadro non è affatto omogeneo. La volatilità di mercato resta elevata, inasprita dai recenti eventi geopolitici. Oggi più che mai, la diversificazione non solo è “un pasto gratis”, ma è anche la scelta con minore probabilità di causare un’indigestione.

Le nostre previsioni economiche (vedi tabella 1)

Stati Uniti: un quadro migliorato, nonostante la protratta incertezza sul fronte delle politiche
L’economia americana è rimasta resiliente, nonostante la significativa incertezza di politica economica nella prima metà del 2025. Il mercato del lavoro si è raffreddato, ma resta stabile, e il dato dell’inflazione è migliore delle attese.
La recente deescalation delle tensioni con la Cina sui dazi è stata una svolta e abbiamo di conseguenza rivisto significativamente al rialzo le nostre previsioni. Nel complesso, ci aspettiamo un minor effetto stagflazionistico sull’economia e riteniamo che il rischio di ulteriore escalation sul fronte della politica commerciale si sia considerevolmente ridotto. Prevediamo che nella seconda metà dell’anno l’attenzione si sposterà sulla politica di bilancio.
La Federal Reserve (Fed) probabilmente terrà i tassi fermi per il momento, ma stimiamo che possa operare altri due tagli più avanti quest’anno, in questo contesto.

Area Euro: rischio crescente di inflazione al di sotto dell’obiettivo
Per l’Eurozona prevediamo una crescita intorno all’1% sia nel 2025 che nel 2026, lievemente sotto il tendenziale. Il rallentamento dell’attività economica globale, dovuto in parte all’elevata incertezza sulle politiche e a dazi più alti, è atteso pesare sulla domanda finale. La spinta positiva fornita dal pacchetto fiscale tedesco e l’aumento della spesa per la difesa in tutta l’UE si vedrà nel 2026.
Prevediamo un solo ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE per questo ciclo, verosimilmente a settembre, che porterebbe il tasso di politica monetaria all’1,75% e lievemente sotto la nostra stima del tasso neutrale (2/2,5%). Le aspettative sono più orientate verso l’ulteriore allentamento.

Regno Unito: l’indebolimento del mercato del lavoro apre la strada a ulteriori tagli dei tassi
Continuiamo a prevedere crescita del Pil intorno all’1% nel 2025 e 2026. Rispetto alle nostre stime di inizio anno, l’attività è stata più solida del previsto nel primo trimestre. Ci aspettiamo rallentamento della crescita dal secondo trimestre in avanti, con l’incertezza che pesa sulla spesa delle famiglie e delle imprese.
La crescita dell’occupazione sta rallentando in modo significativo, in parte per gli aumenti degli oneri contributivi per le imprese entrati in vigore ad aprile 2025.
Continuiamo ad attenderci che la Bank of England mantenga una cadenza trimestrale nei tagli dei tassi, che porterebbe il tasso di riferimento al 3,75% a fine 2025.

Giappone: l’incertezza sul commercio globale giustifica un orientamento prudente della BoJ
La domanda interna è stata robusta nel primo trimestre, con consumi privati aumentati per il quarto trimestre consecutivo, tuttavia la crescita del Pil reale ha virato in negativo per il peggioramento delle esportazioni nette.
Guardando avanti, ci aspettiamo che i consumi privati restino resilienti. I salari continuano a crescere in modo costante e con il graduale stabilizzarsi dell’inflazione, che è alimentata principalmente dai prezzi degli alimentari, la fiducia dei consumatori e i redditi reali sono destinati a migliorare.
Abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime per il tasso di politica monetaria a fine anno dall’1% allo 0,75%, nella prospettiva che la Bank of Japan (BoJ) operi ancora un rialzo dei tassi quest’anno. L’inflazione resta sopra il target della BoJ, anche se i rischi sia per la crescita sia per l’inflazione sono orientati al ribasso per via degli sviluppi sui dazi.

Cina: persistono pressioni deflazionistiche anche se lo shock dei dazi si attenua
L’economia cinese ha mantenuto un buon passo sinora, nel 2025, con i principali dati sull’attività economica dei primi cinque mesi dell’anno che restano robusti. Nonostante l’aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti, le esportazioni sono rimaste resilienti. L’incertezza legata ai dazi resta tuttavia elevata e continua a comportare rischi di ribasso per la crescita.
Abbiamo recentemente rivisto al rialzo le nostre stime di crescita del Pil cinese per il 2025 dal 4,2% al 4,6%, principalmente alla luce della deescalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Con l’attenuarsi dello shock dei dazi, le autorità verosimilmente adotteranno un approccio più misurato e reattivo, e prevediamo un modesto taglio da 10 punti base dei tassi, che li porterebbe all’1,3% per fine anno.

Tabella 1: Le nostre prospettive economiche, per area geografica

 

Area Crescita Pil Tasso disoccupazione Inflazione Core Tasso politica monetaria
Stati Uniti 1.50% 4.70% 3.00% 4.00%
Eurozona 1.10% 6.30% 2.10% 1.75%
Regno Unito 1.10% 4.80% 2.90% 3.75%
Giappone 0.70% 2.40% 2.40% 0.75%
Cina 4.60% 5.10% 0.50% 1.30%



Prospettive di rendimento per le classi di attivo
Le previsioni di rendimento annualizzato a 10 anni di Vanguard per le varie classi di attivo sono state aggiornate sulla scorta delle ultime elaborazioni del Vanguard Capital Markets Model (VCMM, uno strumento di simulazione finanziaria proprietario, sviluppato e gestito da esperti di ricerca e consulenti qualificati di Vanguard), sulla base dei dati al 31 maggio 2025.
Le nostre proiezioni di rendimento nominale annualizzato a 10 anni espresse in valuta locale per gli investitori sono riportate nel grafico di fondo pagina (i dati sono basati su un intervallo di 2 punti intorno al 50° percentile della distribuzione dei risultati di rendimento per l’azionario e su un intervallo di 1 punto intorno al 50° percentile per l’obbligazionario).
(Articolo a cura di Vanguard)