Nella prima metà dell'anno, gli investitori hanno registrato guadagni diffusi nelle principali asset class, ma per ottenere tali rendimenti hanno dovuto sopportare notevoli oscillazioni di mercato. Per il resto del 2025 è prevedibile un quadro simile, con strategie incentrate sulla diversificazione globale e sulla mitigazione del rischio, che continueranno a beneficiare dei principali temi di quest'anno, tra cui l'indebolimento del dollaro e l'irripidimento della curva dei rendimenti.
Per contestualizzare, la tabella 1 evidenzia le performance di alcuni dei principali benchmark nella prima metà dell’anno.
Tabella 1: Molti settori hanno registrato guadagni netti nella prima metà del 2025.
Benchmark | Rendimento |
S&P 500 | 6.20% |
MSCI EAFE | 19.45% |
MSCI EM | 15.27% |
Bloomberg US Aggregate Bond | 4.02% |
Bloomberg Global Aggregate Bond | 2.81% |
JP Morgan GBI-EM Global Diversified | 12.26% |
Bloomberg US Treasury 1-3 Yr | 2.84% |
Bloomberg US Treasury Long | 3.08% |
Bloomberg US Credit | 4.22% |
DXY US Dollar | -10.70% |
Fonte: PIMCO su dati Bloomberg, Ytd al 30 giugno 2025. Rendimenti Net return in Usd per gli indici Msci EM e Msci EAFE.
Mentre gli asset statunitensi hanno registrato buoni risultati, i mercati internazionali, sia sviluppati che emergenti, hanno spesso ottenuto performance nettamente migliori. Le azioni hanno registrato forti oscillazioni prima di ottenere rendimenti soddisfacenti, mentre le obbligazioni hanno dato prova della loro solidità con una volatilità inferiore. Le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti hanno quasi eguagliato gli eccezionali rendimenti delle azioni dei mercati emergenti, sottolineando l'ampiezza delle opportunità d’investimento a livello globale.
Riteniamo che alcuni temi fondamentali si distinguano per la loro rilevanza costante:
1. Allontanamento dagli asset statunitensi. Dopo anni di sovraperformance dell'economia e dei mercati finanziari statunitensi, gli investitori hanno dirottato i propri capitali altrove sulla scia dei bruschi cambiamenti di rotta della politica americana. Il dollaro Usa ha registrato la peggiore performance semestrale dal 1973, segnalando sia una diminuzione della fiducia negli asset statunitensi sia l'attrattiva degli investimenti all'estero.
2. Un irripidimento delle curve dei rendimenti. Il premio a termine, ovvero il rendimento aggiuntivo richiesto dagli investitori per detenere obbligazioni a più lungo termine, ha continuato a salire. I timori relativi ai deficit pubblici, in particolare negli Stati Uniti, hanno spinto al rialzo i rendimenti delle obbligazioni a più lunga scadenza rispetto a quelli a breve termine.
3. Il rimbalzo degli asset rischiosi ha evitato la débâcle, lasciando però le valutazioni elevate. Il sell off di aprile sui mercati azionari e del credito, innescato dall'annuncio dei dazi statunitensi, ha lasciato spazio a un rally che ha spinto l'S&P 500 oltre i massimi precedenti. Il rovescio della medaglia: gli indicatori di valutazione azionaria e del credito sono nuovamente vicini ai massimi storici.
Continua la necessità di diversificazione globale
I segnali di moderazione dell'inflazione e della crescita economica hanno alimentato le aspettative che le Banche centrali continueranno a tagliare i tassi d’interesse nel corso del 2025. Ciò potrebbe sostenere una varietà di asset, mettendo però in evidenza il costo opportunità di detenere liquidità in un contesto di calo dei tassi. Sarà fondamentale la capacità di differenziare gli investimenti in base al pricing, alle valutazioni e alla compensazione del rischio.
Il settore privato, ovvero le aziende e i consumatori, ha continuato a dimostrare resilienza, sostenendo i mercati azionari e creditizi. Tuttavia, le valutazioni rimangono storicamente elevate.
Al contrario, il settore pubblico, i governi, rimane gravato da livelli elevati d’indebitamento. Negli Stati Uniti, ciò ha determinato un aumento del premio a termine, un aumento del premio di rischio per il possesso di asset denominati in dollari e la sottoperformance relativa del credito e delle azioni statunitensi. Tuttavia, i rendimenti obbligazionari si distinguono per la propria attrattiva rispetto agli standard storici, offrendo un potenziale di rendimento in una serie di scenari e rischi potenziali.
Prevediamo che la strategia d’investimento della prima metà del 2025 rimarrà rilevante sotto diversi aspetti:
· continuiamo a prevedere un deprezzamento del dollaro statunitense e un irripidimento della curva dei rendimenti, in particolare alla luce della possibilità che il One Big Beautiful Bill Act aumenti il deficit degli Stati Uniti indipendentemente dai risultati della crescita;
· riteniamo che i mercati globali possano continuare a sovraperformare gli Stati Uniti;
· continuiamo a privilegiare le obbligazioni a breve e medio termine sui mercati globali;
· continuiamo a ritenere che le banche centrali potrebbero tagliare i tassi più del previsto;
· restiamo cauti sull'azionario e sul credito corporate alle attuali valutazioni.
Per gli investitori, il primo semestre di quest'anno offre molti spunti positivi. Abbiamo assistito all'introduzione delle misure tariffarie più punitive della storia recente e a un conflitto su vasta scala in Medio Oriente che ha scosso i mercati delle materie prime. Eppure, i rendimenti solidi e diffusi hanno messo in evidenza la resilienza dei mercati finanziari.
Ma l'inizio del 2025 è stato anche un campanello d'allarme, soprattutto per gli investitori statunitensi, poiché la rapida ripresa dei mercati interni ha mascherato i rischi esistenti e il costo opportunità di una sottoesposizione ai mercati globali. In un contesto geopolitico ed economico sempre più frammentato e ancora pieno di rischi, gli investitori dovrebbero continuare a privilegiare la diversificazione per rafforzare i propri portafogli.
(Articolo a cura di Marc Seidner, CIO Strategie non tradizionali, e Pramol Dhawan, Portfolio Manager, di PIMCO)